10 feb 2021
Una prima suddivisione delle strutture dei certificati
Esistono numerose tipologie di certificati. Se pensiamo alla loro suddivisione in base al grado di protezione offerta, essi possono essere suddivisi in quattro macro categorie:
-Â Â Â Â Â Â A capitale protetto
-Â Â Â Â Â Â A capitale condizionatamente protetto
-Â Â Â Â Â Â A capitale non protetto
-Â Â Â Â Â Â A leva
Noi di Coffee-only ci occuperemo esclusivamente delle prime tre categorie, non ci occuperemo mai della quarta, i certificati a leva.
Quando sottoscritti durante la fase di collocamento e detenuti fino al rimborso, i certificati a capitale protetto danno la possibilità al risparmiatore di investire in attività finanziarie garantendo il capitale investito.
All’interno della categoria dei certificati a capitale protetto possiamo individuare diverse strutture di certificati tra cui, i più diffusi, gli equity protection (rendimenti mai negativi e positivi nel caso di rialzo del sottostante) e i double win (rendimenti positivi anche nel caso di performance negativa del sottostante).
Tra i certificati a capitale condizionatamente protetto citiamo: i Bonus (se il sottostante non è mai sceso sotto un livello prefissato, riconoscono un bonus a scadenza), i Twin Win (riconoscono rendimenti al rialzo e al ribasso del sottostante, nel secondo caso la protezione è condizionata al raggiungimento di una barriera prestabilita), gli Airbag (riconoscono rendimenti al rialzo, al ribasso la protezione del capitale condizionata al raggiungimento di una barriera e una perdita limitata alla differenza tra valore del sottostante e barriera.
Tra i certificati a capitale non protetto possiamo individuare i Benchmark (replicano l’andamento del sottostante), i Discount (partecipazione al rialzo del sottostante fino ad un certo livello denominato cap) e gli Outperformance (offrono un rendimento al rialzo superiore a quello realizzato dal sottostante).